
La giraffa sembra un meccanismo costruito mettendo insieme pezzi provenienti da macchine eterogenee, ma che pur tuttavia funziona perfettamente.
Sono i pensieri del signor Palomar che allo zoo con la figlia osserva, affascinato, le giraffe, prima colpito dal loro modo disarmonico di correre (non sa dire infatti se è un galoppare o un trottare con quelle zampe anteriori dinoccolate e quelle posteriori corte e rigide), poi dal loro manto caratterizzato da figure geometriche irregolari ma omogenee, dai contorni netti e angolosi.
Eppure in tutta quella disarmonia, si può leggere un disegno, una costante, dice Italo Calvino attraverso i pensieri di Palomar. Spesso sentiamo il peso del perfetto funzionamento. Pretendiamo da noi e dagli altri efficienza e precisione. Sbagliare è sinonimo di imperfetto, perciò non buono. Additiamo quell’imperfezione, che sia nostra o altrui, ne facciamo un dramma.
Anche la nostra routine è omogenea. Le nostre giornate sono uniformemente scandite da appuntamenti e incombenze. Tutto incastrato come si deve. Tuttavia c’è una differenza su cui possiamo riflettere è quella tra funzionare ed esistere. L’incastro perfetto si può anche scombinare: basta un imprevisto o un impegno saltato, cambiare semplicemente idea.
Se penso al signor Palomar che osserva le giraffe, provo un senso di sollievo. Il suo infatti sembra un invito a concentrarsi, a vedere non le macchie, ma le scanalature che spezzano la continuità del manto scuro, a ragionare sulle imperfezioni. Adottare insomma la stessa relatività che si genera quando osserviamo un quadro di Escher.
Vogliamo funzionare o esistere? La giraffa funziona anche nella sua disarmonia, nella sua inconsapevole imperfezione. Riesce a correre, a bere, a sgranocchiare foglie. E il suo manto è lì a ricordarci che a volte è tutto macchie, altre invece è un percorso di scanalature irregolari. Dipende.
Credo sia anche per questo che ho scelto una giraffa per la copertina del mio Piccolo manuale di geografia letteraria, con cui sarò al Salone del Libro di Torino, nell’area dedicata al Self Publishing dal 20 al 22 maggio. Non vedo l’ora!
Ma l’ho scelta anche perché la giraffa ha trovato il suo equilibrio, ha una visione dall’alto e ha bilanciato le sue disarmonie con grande capacità adattiva. Si tratta per me, di un animale che pur preferendo esistere, funziona alla grande.
(photo by Alexa on Pixabay)