
Caro Gennaio, quanti giorni hai avuto? Ma finalmente stai lasciando il posto ai colori di febbraio, ai primi cinguettii, ai voli di gruppo degli stornelli, all’aria azzurra che inizia a profumarsi di pagine nuove.
Insomma, Gennaio, fatti da parte, non solo a parole. Sei stato una prova generale ottimale, mi hai insegnato parecchio, in modo inaspettato. Tuttavia ora sento che per lasciar andare i pensieri e tutto quello che ho congelato con cura, ho bisogno di voltare mese. Decisamente.
Hai mai pensato di congelare qualche ricordo, qualche istante, da poter usare al momento giusto? Mia nonna diceva di tenere una scatola dei pensieri felici, da aprire in caso di necessità. Quando mi succedeva qualcosa di bello, mi consigliava di dirlo nella alla scatola, e così facevo. Anche ora. Anzi, sono andata oltre. Ho una scatola abbastanza grande per contenere le ispirazioni del momento, il testo di una poesia, una fotografia, un oggetto, un libro, un collage.
Un contenitore che aggiorno quando mi pare, ma cerco di farlo una volta al mese, quando sento il bisogno di svoltare, di cambiare rotta, di darmi un nuovo obiettivo, un piccolo traguardo da raggiungere.
La scatola è lì che aspetta paziente, mi guarda, a volte mi chiama. E si rivela una sorpresa continua: infatti è come guardarla per la prima volta perché cambio sguardo e non sono mai la stessa. E sai cosa mi succede? Che mentre osservo quello che ho raccolto in momenti diversi, io associo una cosa all’altra e nasce l’inaspettato. Spesso le idee per la mia comunicazione oppure per la mia didattica vengono da quella scatola, nella quale spunti diversi si trovano a condividere lo stesso spazio.
Le idee vengono da incredibili collisioni di esperienze diverse. Lo dice Steven Johnson in uno splendido ted talk sull’argomento. Racconta come le idee migliori nascano mescolando e ascoltando quelle degli altri, l’innovazione nasce così. Johnson utilizza il termine liquid network perché le idee vengono in compagnia degli altri, ascoltando, condividendo, in un ambiente che favorisce l’interazione, come un caffè.
Ci penso molto ultimamente, visto che bar e pasticcerie non sono luoghi molto accessibili né sicuri; ci penso anche perché sento che condivisione e confronto mancano nel mio ambiente di lavoro. Trovo molte più idee fuori dallo spazio scuola, lontano dall’ambiente di lavoro e questo mi fa pensare. Credo che a scuola si stia dimenticando l’importanza del confronto tra noi, sulle nostre intuizioni, le aspirazioni, le conoscenze. Come siamo messi a idee? A strategie? A contenuti? Perché non ce lo chiediamo? Forse lo stiamo dimenticando, sommersi da incombenze che non appartengono alla nostra formazione, ma che siamo obbligati ad assolvere. E sono incombenze davvero noiose, molto burocratiche e poco umanistiche, nel senso più antico e nobile del termine.
La parola con cui voglio aprire febbraio è combinatoria, fa un po’ Carnevale, un po’ calzini spaiati, la cui festa cade proprio oggi. Evviva i calzini spaiati!
Ma combinatoria è molto di più: è la molteplicità di Italo Calvino e creatività per Umberto Eco. Ogni cosa che sia innovativa e sorprendente affonda le sue radici in qualcosa che già esiste. Siamo noi a poter scegliere cosa mescolare e riordinare. La creatività è un gioco di combinazioni, è la capacità di scelta anche partendo dagli errori commessi, per scegliere quello migliore. Noi stessi, come dice Italo Calvino, siamo
…una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni. Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. (Molteplicità – Lezioni Americane)
(photo by Nick Page on Unsplash)
Mi hai fatto venire in mente quando certe volte si dice a qualcuno, magari un bambino: che cosa stai combinando? a volte questa bellissima attività diventa quasi una minuscola azione sovversiva agli occhi del mondo. L’idea che “combinare” sia un po’ essere birichini… ciaoooo
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ed è azzeccatissimo!!! Mi piace proprio questo concetto del “combinare qualcosa”.
Grazie!!🎆🎇✨
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