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Lavorare sul testo scritto può essere impegnativo, soprattutto a scuola. Come si scrive un buon tema, quali sono gli ingredienti per una descrizione soggettiva, quali argomentazioni convincenti posso scegliere a sostegno della mia tesi? Tanti punti di domanda ci vengono incontro senza una risposta pronta, univoca. Ma è proprio questo il bello, non trovi? Abbiamo tante possibilità e ogni volta ne vediamo diverse: dipende da come stiamo, da quanto un titolo ci intriga, da quanto sentiamo nostro un determinato tema. Credo che l’ingrediente migliore che non deve mai mancare, sia la personalizzazione. Cosa penso io? Come ho vissuto quella esperienza? Ho mai provato un sentimento simile? Ora ti racconto un aneddoto…

Ecco perché la pagina bianca non deve spaventarci, perché tutto parla di noi: le parole che scegliamo, le pause che facciamo, le storie che inventiamo. Se impariamo a mettere un pezzettino di noi in ogni pagina, è difficile sbagliare. Perché parlando di noi, ci riferiamo a tutti, i sentimenti sono universali e ci accomunano.

Mutato nomine de te fabula narratur: mutato il nome, è di te che parla questa favola. Orazio (Sat. I, 1, vv. 69-70).

C’è un paradosso in cui credo molto: noi siamo il nostro più grande ostacolo ma anche il più efficace mezzo per superarlo. La mia missione a scuola è sfatare il mito della pagina bianca, che terrorizza chi pensa di non avere idee, ma loro ci sono eccome! La paura non aiuta a trovarle. A volte basta farsi le domande giuste. Trovo utile guidare i miei studenti con elenchi, domande mirate, li spingo a evocare ricordi e immagini che sono sopiti, ma sono lì da qualche parte. Hanno solo bisogno di rivivere attraverso colori, profumi, emozioni.

Nel mio ebook Piccolo manuale di geografia letteraria ti accompagno in un percorso fatto di riflessioni, letture, ricordi. L’ho pensato come un luminoso viaggio attraverso le pagine dei libri ma anche esperienze personali e luoghi speciali che ho visitato. Alla fine di ognuna delle cinque sezioni troverai pagine per i tuoi appunti e per gli esercizi che ti propongo. È un modo utile per scoperchiare idee, per imparare a catalogare luoghi reali e immaginari e inventare piccoli progetti di viaggio. Il tutto a un prezzo piccolissimo. Vai a vedere meglio di cosa si tratta!

Per rimediare idee da far funzionare nel testo scritto, si parte con poco, dalla semplicità: una manciata di aneddoti di quando eravamo piccoli, un viaggio, una festa, una frase detta nel corso di una chiacchierata oppure a lezione. Possiamo trarre ispirazione anche dalla copertina di un libro, dalla cartolina di un luogo speciale, dalle regole di un gioco, da uno sport che pratichiamo o seguiamo, dalle nostre emozioni e da letture che ci hanno sorpreso. Senza accorgerci, ogni giorno il nostro mondo si arricchisce di pensieri nuovi e di pagine pronte per essere scritte, magari su un quaderno dalla copertina invitante.

🧁 È successo oggi a scuola:

  • Cassandra era in crisi: “Non so come iniziare”. Partiamo con qualcosa, non importa se ci sembra brutto, impreciso, disordinato. Poi, rileggendo, la visione si farà più nitida e potremo limare le parole, toglierle, abbellirle. Una torta o una pizza all’inizio sono solo una massa informe, ma poi con pazienza e cura diventano qualcosa di gustoso ed equilibrato. Ecco il secondo ingrediente, la pazienza, non avere fretta. E ne aggiungo subito un terzo: la capacità di osservazione, saper cogliere elementi diversi e associarli tra loro per generare qualcosa di nuovo. A volte basta dire la stessa cosa in un modo nuovo, diverso, migliore con l’aiuto di metafore e immagini.
  • Omero, a proposito del sonetto Alla sera di Foscolo ha detto: “Non abbiamo letto la frase più bella”. “Quale?” gli ho chiesto. “E le secrete vie del mio cor soavemente tieni. A chi non capita la sera di rimettere a posto i pensieri, di ripensare ai segreti che custodisce?”. È successo davvero. Cassandra e Omero sono nomi di fantasia, ma dietro di loro si celano due studenti veri.

Di questi tempi, trovo consolante il fatto che l’assembramento di idee sia sempre garantito: le posso mescolare, catalogare, spezzettare. E la pagina bianca è lì, pronta ad accoglierle.

Ti saluto con un incipit tutto particolare, poi dimmi se non è un bel modo di iniziare:

Il romanzo comincia in una stazione ferroviaria, sbuffa una locomotiva, uno sfiatare di stantuffo copre l’apertura del capitolo, una nuvola di fumo nasconde parte del primo capoverso. (Se una notte d’inverno un viaggiatore . Italo Calvino)

Ti suggerisco un libro bellissimo: Come ho scritto un libro per caso di Annet Huizing, una storia semplice a metà strada tra una storia dolce amara e un manuale di scrittura. La protagonista si chiama Katinka, ha tredici anni e vuole scrivere. Grazie all’aiuto della vicina di casa, che è una scrittrice famosa, impara a osservare il suo mondo e se stessa nella quotidianità delle azioni e dei sentimenti e riesce finalmente a raccontare quello che prova e ciò che le accade come se fosse un romanzo.

(photo by Sharon Mc Cutcheon on Unsplash)