
Durante l’estate mi sono comprata il Diario delle Bambine ribelli che prende spunto direttamente da Storie della buonanotte per bambine ribelli, un libro pubblicato grazie a una campagna di finanziamento avviata su Internet dalle due autrici Francesca Cavallo e Elena Favilli. Si tratta di una raccolta di 100 biografie, cento esempi di forza e coraggio al femminile, cento vite di donne famose o meno, ma comunque straordinarie. E il diario è pieno di piccoli promemoria, citazioni, messaggi, legati a queste vite eccezionali per tutto quello che portano con sé.
Mi piace molto perché mentre lo utilizzo per scopi organizzativi e lavorativi, quasi in ogni pagina trovo un insegnamento e un incoraggiamento, un invito a tracciare sentieri nuovi. Per citare qualche esempio di bambine che hanno fatto strada, sapevi che Oprah Winfrey da bambina intervistava gufi e bambole? O che Sonia Sotomayor è stata la prima donna ispanica a fare parte della Corte Suprema degli Stati Uniti? Marie Tharpe, invece, con la sua mappa dei fondali oceanici, dimostrò la teoria della deriva dei continenti.
Quanta speranza in questi racconti e quanto coraggio!
Ma c’è una storia che mi ha colpito più di tutte le altre: è quella di Clemantine Wamariya che, fuggendo dalla guerra civile in Ruanda nel 1994, sorrideva a tutti, perché era convinta che con il suo sorriso seminasse una scia di perline. Oggi Clemantine ha scoperto che la sua scrittura è un’arma ancora più potente del suo sorriso. Sopravvissuta al massacro in Ruanda, è poi diventata un’attivista per i diritti umani ruandesi-americani. Nata in una famiglia Tutsi, è stata costretta a lasciare la sua casa a Kigali e i suoi genitori all’età di sei anni, fuggendo insieme alla sorella. Per fortuna dopo una decina d’anni la famiglia si è ricongiunta.
Clemantine è una bellissima ragazza, con gli occhi grandi, pieni di dolcezza ma anche di quel dolore inspiegabile e assurdo che ha dovuto conoscere fin da bambina. Ha scritto un libro per raccontare quello che ha visto e vissuto, dal genocidio in Ruanda, al vagabondare per i campi profughi, alle violenze subite, fino alla salvezza negli Stati Uniti.
Qui trovi un suo commovente TED talk in cui racconta la propria esperienza con delicata schiettezza. Ho impresso nella mente le domande che pone al pubblico alla fine del suo intervento, per farlo riflettere sul sentimento di differenza, che porta all’intolleranza e all’odio feroce. Domandiamoci chi siamo veramente, una volta tolte tutte le etichette e le parole, se ci ascoltiamo solo nei nostri respiri e nei nostri battiti. A proposito di parole, lei vorrebbe che non ne esistessero alcune come genocidio e tutti i suoi sinonimi, vorrebbe che le persone coltivassero parole belle per contrastarlo.
Le parole hanno un significato preciso, possono guarire ma anche ferire. Sanno confortare, ma possono anche etichettare e differenziare. Vanno scelte con cura e usate bene. E qualche volta vanno taciute. Durante una lezione di storia, mi è venuta in mente la parola eresia, un termine greco che in origine significava scelta. Solo successivamente ha assunto l’accezione negativa che indica qualcosa di sovversivo e scandaloso. E ho pensato che le parole possono essere anche manipolate e trasformate. Ci vuole cura e attenzione!
Scegliere di essere se stessi non è affatto facile, scegliere di lottare per una causa e dedicare la propria a vita a diffonderla, è davvero lodevole. Usare le parole come riflessi di speranza, è meraviglioso. Questo fa Clemantine. Chissà cosa prova ogni volta che scava in quel passato tremendo, eppure senza la sua testimonianza e le sue parole, non potremmo aprire gli occhi ed essere qui a pensarci.
Per la prossima settimana, che inizia con il mio compleanno, voglio procurarmi un vasetto ideale e inserire la parola che mi guiderà e sulla quale intendo concentrarmi. Sono ancora indecisa: la parola me e la parola scelta sono in ballottaggio.
E tu, quale parola metteresti in un ipotetico vasetto settimanale?
Mentre ci pensi, ti lascio con una citazione che ho trovato nel mio diario:
Siate pronti a nuove lezioni, anche se contraddicono quello che avete imparato ieri. (Ellen Degeneres)
Ti ricordo il mio manuale di approdi letterari che uscirà il 27 novembre. Sarà un ebook che parla di geografia letteraria, un percorso attraverso cinque spazi inventati da me con riflessioni, citazioni, tanti spunti e piccoli esercizi per custodire ricordi di viaggi e luoghi speciali.
Questi 5 spazi li ho chiamati così:
💕geografia dell’anima
🧘🏻♀️geografia dell’ascolto
🧚♀️geografia dell’infanzia
🏠geografia delle mura domestiche
🦄geografia della fantasia.Sarà un viaggio luminoso, a un prezzo piccolissimo!
photo by Johannes Plenio on Unsplash