curiosità, insetti, ispirazione

Devo dire che il piccolo mondo degli insetti mi affascina moltissimo, anche se non tutti mi piacciono. Per esempio le mosche o le cimici le evito volentieri. L’altro giorno mi sono imbattuta in una lettura che mi ha fatto riflettere.

Da piccola ero più intrepida e mi piaceva studiare i movimenti delle loro zampette e la loro vita indaffarata, ma anche semplicemente vedere come erano fatti. Ora invece…

Ci sono persone al mondo che trattano queste minuscole creature, anche le più repellenti, con affetto e trasporto. È il caso proprio dell’autore di un racconto autobiografico che narra della scoperta di questo minimondo che lo ha portato poi a diventare biologo e zoologo: Gerald Durrel.

Nel brano in questione (tratto da La mia famiglia e altri animali) parla del suo amore per le forbicine e di come si sia preso cura, da bambino, di un nido di questi insetti, monitorando lo stato delle uova e proteggendo la mamma con vari espedienti.

Da qui una riflessione è doverosa. Io certamente non condivido questa passione ma ammiro la disposizione d’animo di Durrel e l’attenzione che lui ha avuto verso questi microesseri che sono l’oggetto dei suoi studi e dei suoi pensieri più belli. E per fortuna esistono gli entomologi! Se non c’è passione nel fare il proprio lavoro ci si riduce a fare qualcosa di meccanico e vuoto e col tempo ci si spegne. Se invece mettiamo noi stessi in quello che facciamo e ci entusiasmiamo per i nostri risultati e sappiamo sorridere anche nella fatica, tutto assume un aspetto migliore.

Ma leggete questa descrizione:

Sugli steli delle rose, le coccinelle zampettavano come giocattoli dipinti di fresco… rotondette e amabili si aggiravano tra le anemiche turbe di afidi, facendone scorpacciate… le api legnaiole simili a orsi pelosi con un colore azzurro elettrico, zigzagavano tra i fiori con un ronzio cupo e affaccendato.

Ora torniamo agli insetti: con la stessa curiosità con cui ho letto di Durrel, ho visto un TED talk che parla della vita delle formiche e di come, pur non avendo un capo che dà loro gli ordini (sì c’è una regina ma non se ne occupa), riescano ad organizzarsi perfettamente grazie alle loro antenne che sono sensori magnifici. E le interconnessioni che si creano tra loro servono a risolvere problemi, a individuare strategie per procurasi cibo e acqua. Così piccole e così pragmatiche. Poche chiacchiere insomma.

Sarà la mia formazione letteraria, ma a me tutto questo sembra molto poetico. E mi viene in mente un film di animazione dal titolo Bee movie che ovviamente ho visto con i miei bambini. È la storia di un’ape ribelle che vuole vedere il mondo oltre l’alveare e scoprirà che le api sono sfruttate dall’uomo per produrre il miele e che vengono stordite dal fumo per renderle innocue. È la storia delle api e degli insetti in genere, ma dal loro punto di vista (vedi quando si spiaccicano sul parabrezza o quando tentano di uscire da una casa attraverso la finestra chiusa). La colonna sonora di questo film è bellissima. Un esempio ne è Here comes the sun dei Beatles. Guardatelo.

Tutto questo per dirvi: siate aperti anche ad argomenti che magari non vi interessano, curiosate sempre e provate a capire i punti di vista degli altri. È una cosa che fa crescere e apre la mente. Davvero!

(foto Lindsey Garcia on Unsplash)