
Mi piace marzo perché con cautela mi accompagna verso un tempo migliore, ore dalla temperatura gentile, luci calde e tepore nelle ossa. Adoro scaldarmi la pelle e assaporare il sole di primavera. Le giornate senza nuvole sono una piacevole illusione, ma proprio per questo non bisogna lasciarsi ingannare: marzo è pazzerello.
Profumi e germogli si rincorrono e io cerco di catturarli. Ho sul davanzale una minuscola serra, metafora di rinascita e protezione. Lì dentro mi piace far crescere piantine di nasturzio e giacinto, ma anche margherite e violette, assicurare loro la luce e il calore necessari e poi scoprire un giorno per caso il verde che spunta. Tante piccole promesse mantenute.
Marzo è così: tempo di scadenze strane, a volte antipatiche, inaspettate. Scadenze fatte per reinventarsi e ponderare rischi e gioie. Ne approfitto perciò per rivedere il mio manifesto: chi sono? A quali valori tengo di più? Quali obiettivi intendo prefiggermi? Su un quaderno a fiori i miei appunti scorrono veloci e disordinati, ma pieni di vita. Trasparenza, dubbio e stupore i miei valori. Scrivere, fermare attimi, regalare sorrisi, i miei obiettivi.
Parola d’ordine: abbraccio, quel gesto che manca da troppo tempo con le persone che contano. Mi accontento di abbracciare il cambiamento, dopo averlo accolto e compreso. E infine coltivo un pizzico di creatività, necessaria, vitale nel mio lavoro. La didattica a distanza è padrona indiscussa delle mie giornate. Ho imparato che bisogna coinvolgere, spezzare il ritmo, sorprendere, ascoltare. A volte mi sembra di non fare abbastanza, di non usare il tempo nel modo migliore, ma poi penso che in fondo stiamo tutti facendo del nostro meglio. Siamo piccoli eroi nelle nostre piccole vite, facciamo la differenza se lo vogliamo.
Cerco sempre di ricordarmi che alunni annoiati e arrabbiati non imparano, che è importante farli sentire protagonisti, farli anche divertire un pochino e renderli partecipi delle fasi delle lezioni, in modo che sappiano fin dall’inizio cosa ho pensato per loro e come procederemo. Ti suggerisco di curiosare in una pagina che si chiama Geo Pop. Il suo motto è “se detto in maniera semplice piace a tutti“. Guarda questa breve spiegazione della distorsione dei Paesi sulle carte geografiche. Cambierà il tuo modo di vedere le cose.
Marzo chiama, o forse è Bianca, la mia cagnolina che sa di vaniglia. Ti lascio con due espressioni prese dalla Divina Commedia e più precisamente dal Paradiso, sempre un po’ dimenticato. E ricordati, il 25 marzo è il Dantedì!!! Si festeggia!
- Imparadisare: far toccare il cielo con un dito (Beatrice imparadisa Dante nel canto XXVIII del Paradiso)
- L’amor che move ‘l sole e l’altre stelle: l’ultimo verso della Commedia (alla fine del Canto XXXIII del Paradiso). L’amore è il motore che ha il potere di muovere ogni cosa. Anche Dante lo sapeva bene.
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