mondo di Italo Calvino, barone rampante, luoghi del cuore, luoghi dell'anima, viaggio, turismo letterario, conoscere gli autori, paesaggi letterari, biografie letterarie

Quando studio un autore o ne parlo in classe, mi piace conoscere la storia della sua vita, dove è vissuto, i posti che ha visitato, scoprire quale fosse il suo preferito. Mi piace tracciare per ogni autore la sua geografia del cuore; quando posso, vado anche a visitarlo quel luogo. Mi è successo, per esempio, con Pascoli a Castelvecchio di Barga, con Leopardi a Recanati, con Pessoa a Lisbona. Invece, per Italo Calvino, sono stata a Sanremo e oggi te ne parlo un po’.

Una volta, d’estate, pianificai una piccola vacanza sulla Riviera di Ponente, tra Alassio e Sanremo. Fu una meravigliosa scoperta, seppur velata dal pensiero di quello che era un tempo, senza tutte quelle costruzioni intorno e a ridosso del mare. La Liguria è uno spicchio di terra inquieta, abbarbicata alle sue altezze, ma protesa verso il mare. È una ragazza ribelle affacciata in punta di piedi su un precipizio.

Sono certa che in quel tragitto in treno da Alassio a Sanremo gli occhi mi si riempirono di ricordi verdemare. Se non hai mai preso quel treno, ti consiglio proprio di farlo, certi tratti sono spettacolari.

Comunque per me Sanremo è Calvino, è il luogo in cui è vissuto per vent’anni, a Villa Meridiana, in cui ha giocato da bambino e ha studiato da adolescente, nel liceo Cassini. Il lungomare, le palme, i carruggi del quartiere Pigna, che salgono e scendono per il borgo… ogni cosa racconta un mondo antico e poetico, solo in parte rovinato dalla speculazione edilizia, che poi è anche il titolo di un romanzo di Calvino.

Per riscoprire i suoi luoghi preferiti nella città di Sanremo, ho trovato una visita guidata di due ore, ho ripercorso le tappe più importanti del periodo Ligure di questo scrittore, ascoltando alcuni passi delle sue opere, in punti strategici della città. Per me è stata una scoperta dolcissima: ho conosciuto questo paesaggio con occhi nuovi, anzi, con gli occhiali giusti! Se ti interessa un’esperienza simile, controlla gli aggiornamenti sulle visite in questo sito.

Nel Barone rampante, il mio libro preferito di sempre, ci sono echi costanti di paesaggio ligure, come i nomi delle piante su cui Cosimo passeggia, dorme, discorre con il brigante Gian dei Brughi, si innamora di Viola. Ci sono il mare increspato e il bosco fitto, lo stesso che nascondeva un Calvino ventenne, partigiano, nella Brigata Garibaldi. Ci sono il parco dei D’Ondariva e quello dei Piovasco di Rondò, con la pianta di zucche, l’olmo, il carrubo, il gelso, la magnolia… Nel luogo magico di Ombrosa c’è un po’ tanto della Sanremo di un tempo, ma anche di oggi.

E là, in un caldo pomeriggio di fine giugno, ho ascoltato per la prima volta i racconti Furto in una pasticceria e Un pomeriggio Adamo e mi sono commossa, mentre la guida raccontava storie bellissime e le faceva rivivere con tanta naturalezza.

Cosimo guardava il mondo dall’albero: ogni cosa, vista di lassù, era diversa, e questo era già un divertimento. (…) il dosso era scuro di oliveti e, dietro, l’abitato d’Ombrosa sporgeva i suoi tetti di mattone sbiadito e ardesia, e ne spuntavano pennoni di bastimenti, là dove sotto c’era il porto. In fondo si stendeva il mare, alto d’orizzonte, ed un lento veliero vi passava.  (Italo Calvino – Il barone rampante – Oscar Mondadori, 2009)

(photo by Meriç Dagli on Unsplash)