Il mio pensiero è un fiume sotterraneo.
Per quali terre va e donde viene?
Che faccio nel mondo?
Nulla che la notte plachi, o sollevi l’aurora…
(Fernando Pessoa)
Da alcuni mesi a scuola facciamo orientamento, un percorso per aiutare i ragazzi nella scelta della scuola superiore. Tra le mille attività in programma, li mettiamo di fronte a domande a bruciapelo del tipo: cosa so fare, cosa mi piace, in cosa riesco meglio, sono appassionato di, sono portato per, dicono di me, cosa farò da grande… Domande che potrebbero mettere in crisi chiunque.
È un modo per guardare dentro di sé, fare luce e capire quale direzione prendere. Almeno per ora. Infatti io non mi stanco di dire che si può cambiare, che le cose a volte ci sembrano chiarissime, oppure gli altri ci convincono che lo siano e così scegliamo. Ma poi succede qualcosa di inaspettato, ci accorgiamo di non essere più gli stessi, di avere cambiato prospettiva. Niente panico, è la vita. Si può cambiare idea, si può sbagliare, si può ricominciare.
Quindi oggi ho voglia di parlare di disorientamento, nel suo significato positivo e, se non esiste, lo inventerò: essere aperti al cambiamento, avere un ventaglio di possibilità e sentirsi fortunati per questo, prestare attenzione ai nostri desideri più profondi che avevamo messo a tacere oppure non conoscevamo ancora. Penso che accettare il cambiamento e il fallimento sia un atto di onestà verso se stessi e verso gli altri, quando sono coinvolti nelle nostre scelte. Non è facile, ma, quando succede, capiamo che sono parte di noi, li abbracciamo un po’ e siamo pronti a ripartire.
Recentemente ho letto una frase, attribuita a Salvador Dalì:
Non temere la perfezione, non la raggiungerai mai.
Partendo da questa premessa dovremmo sentirci rassicurati. Sì, siamo imperfetti, ma migliorabili e per questo in cammino.
Ci sono libri che raccontano cammini e scelte, come le biografie e le autobiografie (bellissime le storie di Einstein e di Margherita Hack). A quegli allievi che cercano il loro percorso e la loro identità, ma senza troppi pesi sul cuore, io consiglio anche letture piacevoli e leggere, che ho chiamato letture scacciapaura: Beatrice sottosopra (ed. Terre di mezzo), Miss Charity (ed. Giunti) e Harry Potter e la pietra filosofale (ed.Salani). I protagonisti di queste avvincenti storie sono alla ricerca costante di qualcosa.
- Beatrice è attratta dai “forse”, dai “magari” e dai “chissà” e a scuola riceve il premio di Miglior pensatrice sottosopra. Un omaggio alla libertà di pensiero.
- Charity è molto curiosa e amante della natura e con impegno e coraggio riuscirà a realizzare il suo sogno, anche contro le convenzioni del suo tempo e il giudizio altrui.
- Harry compie insieme a noi lettori un viaggio alla scoperta dell’incanto e della magia, che all’inizio neppure lui conosce. E scoprirà, studiando e riprovando, di essere davvero bravo.
E tu, cosa farai da grande? Ci sono libri con i quali ti è passata un po’ di paura? Raccontami.
(photo by Esteban Lopez on Unsplash)
Il disorientamento spaventa, ma è utilissimo. Serve a eliminare un sacco di alternative possibili e spesso anche a scorgere quella strada che non avevamo visto, ma potrebbe essere proprio la nostra. Penso che ancora oggi a domande del genere non saprei proprio rispondere…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sì che bella l’idea delle alternative! Dopo lo spavento iniziale arrivano le sorprese 😀.
Sì, sono domande difficilissime!
"Mi piace"Piace a 1 persona