C’è una parola bella che ultimamente ha catturato la mia attenzione. Sarà che ho letto un libro che si intitola La misura di tutto, sarà che ne ho appena acquistato un altro che si intitola La misura eroica, ma questa parola mi ha aperto mondi, mi ha sorpreso e mi ha dato coraggio.
Sì, hai capito, si tratta di MISURA, in un significato diverso da quello abituale; una parola che non avrei mai pensato di amare perché sa di confini, di calcoli, di una precisione che puntualmente viene disattesa dalla mutevolezza degli eventi. Nella accezione che intendo io, è una misura comoda, che ci contiene e accoglie e ci appartiene pure; una misura in cui siamo a nostro agio. Scegliendo chi essere e misurandoci solo con noi stessi, ci liberiamo da mille paure e dal giudizio altrui.
Tornando ai libri, penso davvero che ci chiamino, non è mai il caso a farceli scovare. Sono loro che ci picchiettano sulla spalla e ci dicono “Ehi”. Una volta che hanno chiamato me, io me ne innamoro ed è sempre un dispiacere finirli. Confesso che sono una di quelle persone che li sottolineano, scrivono note a margine, copiano le frasi più belle su un quaderno e ci rimuginano con occhi sognanti. Quindi, alla fine, li sento anche un po’ miei.
Per esempio, è stato impossibile non innamorarmi di questa citazione:
Eroe, per i Greci, era chi sapeva ascoltarsi, scegliere nel mondo e accettare la prova chiesta a ogni essere umano: quella di non tradirsi mai. Vittorie e sconfitte non sono affatto il metro dell’eroismo: da millenni l’eroe è chi decide la sua vita, la sua misura sarà sempre grande perché sarà quella della sua felicità. (Andrea Marcolongo, La misura eroica, Mondadori).
E io la penso esattamente così, ma non sapevo dirlo così bene o forse non lo sapevo e basta. E la parola misura mi è sembrata stupenda, insieme a questi concetti: la misura della mia felicità, anche io posso essere eroe. Mio padre mi ha sempre detto che la letteratura è vita e io ci ho sempre creduto. Spesso realizziamo un pensiero quando qualcuno lo dice meglio di noi e da quel momento ci appartiene. La magia della letteratura che ci aiuta a capire meglio noi stessi e gli altri è una magia universale.
E poi c’è un libro che mi ha accolto nel suo abbraccio con una storia dolce e piena di riferimenti letterari che io amo, un po’ romanzo e un po’ Zibaldone. Lo adoro. Quando Nina, la protagonista riesce finalmente a completare il puzzle e capisce quello che vuole in tutta la sua semplicità, dice così:
Avevo voglia di scoprire tutto, di rinascere infinite volte, di stupirmi. Avevo voglia di raddoppiare, di confondere i pezzi del mosaico, di decidere io e solo io i pesi e le misure della mia nuova esistenza. (Camilla Ronzullo, La Misura di tutto, Salani Editore).
Questo è un po’ il mio mondo dove catturo parole, un mondo fatto di storie di cui ogni volta mi innamoro e grazie alle quali vivo infinite vite o, come diceva Umberto Eco, cinquemila anni.
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