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In questi giorni il vocabolario gigante di Zanichelli si è spostato a Torino, dopo aver soggiornato per una settimana a Milano. Viaggerà in altre città italiane fino ad arrivare a Palermo. Che iniziativa super! Ricordare quanto è bella e ricca la nostra lingua, ma anche in pericolo di impoverimento.

Eh già: tremila parole se ne stanno andando dal nostro vocabolario e ciascuno di noi ha l’opportunità di salvarne almeno una. Come? Usandola! Questo è ciò che farò in classe nella prossima lezione di scrittura creativa: scegliere una parola desueta al giorno per cinque giorni e cercare di usarla il più possibile. Rimarrà nella nostra testa e sulla nostra bocca per un po’ o forse per sempre.

Pensa che giusto ieri Leonardo mi ha chiesto se esistesse l’aggettivo gargantuesco e io non lo sapevo: conoscevo soltanto pantagruelico. Invece sì, esistono entrambi e si riferiscono a qualcosa degno di un gigante: ho una fame gargantuesca.

Gargantua e Pantagruel sono i giganti (padre e figlio) protagonisti di cinque libri scritti dal 1532 in Francia da François Rabelais. In questi libri si raccontano le loro imprese e le loro mangiate e bevute incredibili. Ho scoperto che Gargantua è nato dall’orecchio di sua madre e mi sono ricordata di parti mitologici decisamente insoliti: Atena nacque dalla testa di Zeus e Dioniso dalla sua coscia. Reminiscenze curiose, vero?

C’è sempre troppo tanto da imparare, è bello quando riafforano alla memoria significati accantonati da tempo. Mi è capitato, per esempio, durante una traduzione dal latino, di riscoprire i pluralia tantum, quei vocaboli che hanno soltanto il plurale. Sul Tantucci (mitica grammatica latina) Impedimenta, -orum è tradotto in italiano con carriaggi, salmerie. Uhm, traduzione interessante, ma ammetto che ho dovuto controllare il vocabolario di italiano per avere qualcosa di più semplice. Però poi ho pensato che durante una lezione di storia avrei usato proprio queste parole per ridare loro vita e consistenza.

C’è un libro che possiedo da un po’ e non mi stanco di consultare, si chiama Il dimenticatoio: dizionario delle parole perdute e se oggi dovessi scegliere tra le duemila parole in esso contenute, quella che vorrei salvare sarebbe:

instellare : VERBO

  • costellare, cospargere di stelle
  • figurato, impreziosire, ornare. (il dimenticatoio – dizionario delle parole perdute)

E tu cosa pensi delle parole perdute? Ce n’è una che vorresti salvare?

(photo by Alice Pasqual on Unsplash)