ritorno a scuola, impegno, fatica, scegliere il futuro, scoprire cose nuove, ispirarsi, tra i banchi di scuola

Il ritorno sui banchi di scuola è sempre un po’ traumatico.

Lo è perché le vacanze durano troppo, perché per almeno un mese mancano ancora troppi docenti, perché fa tanto caldo… Quel trauma iniziale però svanisce in fretta: si recuperano le amicizie perse durante l’estate e ci si racconta tutto, si rientra volentieri in una routine che è quasi un abbraccio, un porto sicuro, scandito da impegni e consegne che danno certezze, oltre a richiedere fatica e costanza nel realizzarli.

A scuola ci si costruisce un pezzetto di futuro, si scoprono le proprie attitudini e nascono le prime ambizioni, quindi non può essere solo brutta e noiosa. È un grande orto dove i semi messi nel terreno e annaffiati con cura daranno origine alle piantine più disparate: insomma è una ricchezza incredibile.

Non restare dove non fiorisci. La scuola ci insegna a comprenderlo, si assaggiano un po’ tutte le discipline e gli ambiti e si inizia a capire come siamo davvero e cosa ci piace e in che direzione vogliamo proseguire. Da insegnante, posso dire che aiuta anche me costantemente a capire i miei gusti, ad approfondire alcune tematiche e selezionare ogni anno priorità diverse. E mi aiuta a scoprire un sacco di cose che ignoravo!

La scuola è un luogo di scelte e di scoperte. E di punti di vista. Ci apriamo agli altri e impariamo assieme, ognuno con i propri tempi e modi. Si trascorre molto tempo negli stessi spazi, a volte ci si sopporta, altre ci si diverte. Cercando qua e là ho scoperto un libro dal titolo Perché non fiorisci?: è dedicato ai bambini, ma in fondo lo siamo stati tutti e io lo trovo geniale. Racconta e illustra la vita di un giardino da due prospettive: sopra e sotto terra e invita alla pazienza e a mettersi in gioco. Una meraviglia.

A proposito di scoperta, ho visto un documentario su Netflix dal titolo Dream big che racconta le esperienze di ingegneri, ma anche di studenti di liceo che, realizzando le loro aspirazioni, hanno dato un contributo importante alla società in campo edile e tecnologico.

Ecco alcuni esempi:

  • Una ragazza che, dopo aver vissuto il trauma del terremoto nel 1999 in Turchia, ha deciso di diventare un ingegnere civile e dedicarsi alla costruzione di edifici antisismici.
  • C’è un ascensore per navi in Scozia, la Falkirk Wheel, vai a vedere che capolavoro di ingegneria!
  • Lo sapevi che ci sono tratti della Muraglia Cinese che non sono mai crollati grazie all’impasto fatto di riso appiccicoso e lime che tiene unite pietre antichissime? A volte la soluzione perfetta è quella più semplice.

Ti lascio con una bella e grande domanda: cosa vogliamo diventare? Sì, poniamocela anche da grandi. Ridisegnarsi, scoprire, lasciarsi ispirare. Non siamo mai gli stessi: questa è ricchezza.

(photo by Charles on Unsplash)