studio, passione per lo studio, impegno, imparare a leggere, libertà, pensiero critico, poesia, maestri

Scrivere è un gesto comunicativo, è sempre un parlare a qualcuno; certo, a un altro che non hai davanti e non conosci nemmeno, ma ti è presentissimo e ancor più caro perché assente, e si chiama lettore. (La passione ribelle, Paola Mastrocola)

Sto leggendo questo libro appassionato e scritto benissimo, di cui condivido ogni parola. Sai quando leggi e pensi “Ma è quello che pensavo anche io, è successo anche a me”. Ecco.

È un testo sulla bellezza e la straordinarietà dello studio, non a caso si intitola “La passione ribelle”. Chi studia sta, e si rende eversivo e contrario… è da un’altra parte rispetto al mondo. Trovo che sia una definizione bellissima che salva un po’ tutti i secchioni, me compresa. E riabilita lo studio,  così bistrattato oggi, eppure fondamentale per diventare liberi.

Proprio in questi ultimi giorni di scuola ho fatto le mie raccomandazioni di addio, non senza emozione:

  • il congiuntivo vi è amico e vi salverà
  • fatica e impegno sono cose imprescindibili dalle quali imparerete moltissimo
  • la poesia nutre l’anima
  • leggete libri per sempre
  • allenatevi al pensiero critico per essere liberi di scegliere
  • non chiedetevi sempre a cosa serve studiare una cosa o l’altra: fidatevi, lasciatevi portare e basta

E poi c’è il mio bambino che diventa grande, ha finito la quinta elementare. Ho pianto (senza farmi vedere) quando i maestri gli consegnavano il diploma di fine ciclo della scuola primaria. Prima di quel giorno, ogni bambino aveva avuto la possibilità di scrivere una letterina abbinata a una foto ricordo. Ho pensato che fosse un’idea fantastica e ho detto a mio figlio: dai, studia bene cosa dire! Macché, non ha voluto neanche pensarci: sulla fotografia che abbiamo scelto ha scritto solo un GRAZIE gigante, e basta. All’inizio sono rimasta delusa (io avrei scritto un fiume) ma poi ho pensato che fosse giusto così. E che quel grazie dicesse proprio tutto.

Una cosa però mi sento di dirla: questi maestri sono stati guide speciali e appassionate e, secondo me, Giulio li ricorderà per sempre.

Degli insegnanti della primaria ammiro incondizionatamente il miracolo che riescono a compiere: insegnare a un piccolo a leggere e scrivere. Fanno veramente una magia: insegnano l’uso consapevole della parola scritta, aiutano a comporre prima singole parole e poi a sviluppare concetti.

Ogni volta che ci penso mi sorprendo. Lo trovo meraviglioso e mi inchino di fronte a questa metamorfosi. Con quella consapevolezza, raggiungono anche il potere e la libertà di comunicare: un dono grandissimo che, col tempo, impareranno a gestire, con impegno e fatica.

(Photo by Jason Leung on Unsplash)