alice nel paese delle meraviglie, la sana curiosità, conoscere i poeti, essere curiosi, conoscenza

Curiouser and curiouser!

Sono le parole che pronuncia Alice nel capitolo secondo del Paese delle Meraviglie, che potremmo tradurre con un “Sempre più stranissimo!”. Sì lo so è sgrammaticato, ma lo è anche nella lingua originale, perché Alice è talmente sorpresa da aver dimenticato le regole del parlar bene. Infatti, dopo essersi pappata la minuscola torta nella scatola di vetro, ha cominciato ad allungarsi a dismisura. La curiosità le ha tirato un brutto scherzo? Direi piuttosto che le ha aperto un mondo che anche noi abbiamo potuto conoscere.

Curiosità e curiosità

Essere curiosi ha i suoi vantaggi, ma c’è un modo di esserlo che fa male a se stessi e agli altri. Qualche esempio? Eccoli.

Il vicino di casa o la signora con il cane che, non appena metti piede fuori dalla porta, si appostano come allocchi: non si curano della loro sfacciataggine, poiché devono soddisfare la loro morbosa sete di sapere. Curiosità un po’ difettosa e malsana, non trovi? Questo modo di fare lo lascerei a chi, avendo una vita insignificante, ha bisogno di riempirsi bocca e orecchie con quella degli altri. Ma vorrei tanto che ci fosse una cura…

C’è invece una curiosità sana che salva, fa crescere e ci rende più attenti verso gli altri. Come quella di Federico che l’altro giorno in classe ha alzato la mano e mi ha detto con gli occhi lucidi “sono preoccupato perché non ho visto mio fratello entrare a scuola stamattina. Lui è uscito di casa prima di me ed era in bicicletta: posso controllare se è arrivato?”. Ecco questo è l’interesse che ci fa grandi. Puoi immaginare come io mi sia sciolta di fronte a questa preoccupazione legittima. Ovviamente abbiamo risolto il mistero: il suo fratellone era in classe tranquillo e beato.

Spesso mi lascio guidare dalle domande dei bambini e dei ragazzi per scoprire cose che non avrei mai immaginato. Quanto sai dell’armadillo, dell’echidna o della rana di vetro? Oppure di animali che si sono estinti e che non vedremo mai più? A questo proposito ti consiglio un libro bellissimo, un’opera d’arte intitolato “I cari estinti”.

Io mi incuriosisco molto di fronte alla vita di poeti e scrittori che apprezzo, mi piace conoscere tempi e modi delle loro scelte di vita. Soltanto così si sfatano credenze consolidate, come Leopardi depresso o Pascoli noioso, oppure Manzoni bacchettone. Non è così! E lo impariamo soltanto conoscendo la loro sensibilità e le esperienze di vita. Ti dico una cosa: quando frequentavo il liceo, mio padre mi portò a conoscere il poeta Mario Luzi, a Firenze, a casa sua!!!

Vai a Casa Pascoli a Castelvecchio di Barga o a Recanati a Casa Leopardi, e ancora a Kaos nei luoghi di Pirandello… per fare davvero un’esperienza “immersiva”, per respirare il verde, l’azzurro, il giallo delle loro vite e togliere finalmente quella patina di ovvietà e pregiudizio che non ci permette di conoscere veramente gli altri.

E ancora, io sono super curiosa di conoscere le previsioni meteo dei miei luoghi del cuore: ho salvato sul mio telefono l’aggiornamento meteo di Lisbona e quello di Vieste, quello di Londra e di Pennabilli perché voglio, anzi devo sempre esserne informata! Mi aiuta a tenermi in contatto virtuale, a immaginare la pioggerellina o il vento dell’oceano, il profumo del sale marino oppure i colori degli Appennini.

Sull’importanza di guardarsi intorno c’è un articolo bellissimo di Valeria Zangrandi: ti spiega come curiosare nel mondo esterno per poter lavorare bene alla propria comunicazione. Uscire, prendere appunti e tornare a casa: la curiosità utile, che ci aiuta a raccontarci.

La curiosità, quella bella, ci apre mondi inaspettati per tornare alle nostre vite rigenerati e perché no, anche più sorridenti.

(photo by Pawel Czerwinski on Unsplash)