paura, gestire le emozioni, ascoltare, ascoltarsi, ossi di seppia, Eugenio Montale, il potere della poesia, le parole giuste

Ti capita mai di avere paura che accada qualcosa che puntualmente si avvera? E rimani così male da reagire nel modo peggiore? A me sì. Ho vissuto recentemente una piccola disavventura, un episodio non grave di per sé, ma che mi ha infastidito molto. È buffo perché la temevo proprio quella cosa e, sarà che ho i poteri, puntualmente si è verificata. Come ho reagito? Come sempre: ho perso lucidità e mi sono lasciata sopraffare. 

Se c’è una cosa che odio è perdere il controllo delle mie reazioni emotive, ma spesso a volte succede. A pensarci bene, il peggio è passato e vedo tutto con un atteggiamento più rilassato: intendiamoci, non è ancora così lontano da meritare indifferenza, tuttavia riesco a convivere con il pensiero, ed è già molto per me.

Però tante volte mi chiedo con una punta di invidia: come si fa a maturare un atteggiamento equilibrato in situazioni di disagio, come si fa a non lasciarsi sorprendere da sentimenti come ansia, paura o senso di inadeguatezza e reagire in modo pacato e magari anche con una certa classe?

Ebbene, io non lo so e mi struggo per questo.

Perché, quando capita, perdo il lume ed è come se mi trovassi su una pista nera in groppa a quel sentimento che ormai mi tiene in pugno e mi trascina sparato a valle.

Montale descrive benissimo quei momenti in cui si è in balìa del malessere, qualunque sia la sua origine:

era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato. (Spesso il male di vivere ho incontrato – Ossi di seppia)

Ecco lui ha spiegato troppo bene quegli istanti, perché i poeti sanno dire nel modo migliore quello che attraversa il nostro cuore. È vero che la poesia è universale, io ci credo. Eccolo lì il mio malessere, in un climax che arriva a farmi stramazzare come un cavallo. E un po’ mi consolo perché so di non essere l’unica. Sai, mal comune…

Di solito la causa di un malessere, di una paura la individuiamo subito: una persona che non ci piace, una brutta risposta, una situazione antipatica, un litigio, un malinteso, un film che la nostra mente ha girato in modo magistrale a nostra insaputa. Il problema è gestirlo, il malessere: dobbiamo infatti passarvi attraverso e aspettare al varco le conseguenze che variano anche a seconda della nostra reazione.

Quando mi sento dire “ma qual è il tuo obiettivo, cosa vuoi ottenere comportandoti così?” io non so rispondere. Come si fa a razionalizzare una situazione emotiva, così a caldo, quando si scatena e non la controlli? Quando è la paura a vincere in quel momento? È impossibile rispondere a una domanda del genere, è assurdo anche solo immaginare che ci sia una risposta.

Per fortuna alla fine tutto si ricompone o sbiadisce, la distanza e il tempo fanno il loro lavoro e il punto di vista si eleva e ci dà respiro. Il buon senso prevale insomma. Aspetto sempre quell’istante, mi accorgo quando arriva. E allora prendo consapevolezza delle mie paure, le metto in fila e una alla volta, senza fretta, provo a gestirle. I poeti hanno le parole perfette anche per quei momenti in cui le ansie si placano, lasciando spazio alla serenità. Montale, per esempio, quando parla dei limoni, mi apre il cuore:

Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità. (I limoni – Ossi di seppia)

Credo comunque che tante ansie e paure potrebbero essere risolte imparando ad ascoltare i bisogni dell’altro e ad ascoltarsi: se ti va, leggi questo meraviglioso articolo su Freeda che parla della reciprocità nell’ascolto, della differenza tra ascoltare e sentire e del perché, come diceva Plutarco duemila anni fa, abbiamo due orecchie ma una bocca soltanto. E di come sia importante ascoltare noi stessi. Sbircia il fantasioso blog di Burabacio che proprio ieri ha scelto come parola del giorno – legata al suo progetto #Siigentile – la paura:

Sii gentile con le paure degli altri, non definirle sciocche o assurde. Le paure sono animali difficili da imbrigliare con la ragione. Burabacio

Una canzone per oggi? Ogni istante di Elisa.

Ascoltiamoci sempre, con gentilezza!

(photo by James and Carol Lee on Unsplash )