storie di animali, curiosità, scuola, diario di scuola

È incredibile con quanta disinvoltura i ragazzi passino da un argomento all’altro e come sappiano aprire enooormi parentesi all’interno di lezioni che non c’entrano nulla!

Nell’ora di storia, proprio quando ci apprestavamo a conoscere il genio di Galileo Galilei, la sua sconfinata curiosità e le sue intuizioni nate anche da eventi naturali come per esempio un terremoto, proprio sotto la finestra della scuola è apparso uno scoiattolo.

È bastato lo sguardo sognante di un’alunna che in quel momento aveva deciso di vagare altrove rispetto a noi, per vederlo attraversare la strada e richiamare l’attenzione di tutti. Come si può ignorare una creatura così tenera e soffice? Ho dovuto cedere e interrompermi, ma l’ho fatto volentieri.

Il parco vicino alla scuola, come pure i giardini delle case circostanti sono popolati di scoiattoli che sono ormai abituati alla presenza umana, si muovono con tranquillità cercando cibo per le loro scorte. Insomma non è inusuale vederli girare intorno a noi, eppure è sempre sorprendente.

E niente, è partito un dibattito sugli animali curiosi che si sono insinuati nei nostri giardini: Giorgia ha raccontato di quella volta che mamma riccio si è presentata a casa sua partorendo, dietro le canne di bambù, due cuccioli; poi però è scomparsa insieme a uno dei due e Giorgia ha deciso di adottare il piccolo rimasto e di allattarlo con un biberon colmo di latte canino. Quel piccolo riccio è cresciuto e ora torna sempre da lei, la riconosce e si fa tenere in braccio.

Mattia invece ha subito un brutto scherzo da un furetto in montagna durante una passeggiata: gli si è infilato nello zaino mangiandogli tutti i panini del pranzo!

Roberto poi ci ha detto che quando era alla scuola primaria possedeva uno scoiattolo domestico a cui era molto affezionato, lo aveva anche mostrato ai compagni di classe.

Cosa dire? Che mi sono intenerita, mentre ascoltavo queste storie mi scorrevano le immagini di questi animaletti e dei miei alunni: chi si prodigava per farli stare bene, chi invece, beffato, li inseguiva, chi si atteggiava a mammina amorevole.

E poi, una volta chiusa la parentesi, siamo tornati al nostro Galileo, che capì tutto in fatto di ricerca scientifica e non smise mai di credere ai suoi sogni anche quando lo costrinsero ad abiurare. Chissà quante cose meravigliose ha visto per primo rispetto agli esseri umani con il suo cannocchiale, quante volte ha sperimentato le sue teorie prima di trasformarle in leggi. Ma soprattutto, quando era piccolo, chissà come era curioso e che rapporto aveva con la natura e con gli animali!? Avrà inseguito un furetto? E allattato un riccio?

Sì perché quando si è piccoli ci si sente parte della natura, si interagisce più spontaneamente con gli animali, ci si arrampica istintivamente sugli alberi, si prendono in mano gli insetti proprio per capire come sono fatti.

Ecco perché adoro ascoltare le storie dei miei alunni: in modo tutto speciale mi insegnano la vita e la curiosità giusta per affrontarla.

Incuriosisciti sempre!

(photo by Shan Young on Unsplash)